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Sotto al ponte

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Per G. S.

Sotto al ponte ci son tre bombe
e due ragazzi passano parlando
ad alta voce uno dice di Marx,
l’altro dei Van Halen e non vedono
il lupo né le bombe.

Sotto al ponte ci son tre bombe
mio-tu che al fianco m’inesisti,
lascia stare per l’amore c’è tempo,
ascolta adesso sotto al ponte
i due parlano poi uno dei due
prende la chitarra e suona One dei Metallica
e l’altro ascolta, e gli piace
ed è quasi felice,
e non sa del lupo né delle bombe.

Sotto al ponte si siedono,
uno tira fuori una cartina e si fa una canna,
l’altro lo guarda,
guardare è la cosa che sa fare meglio,
guarda in silenzio senza pensare a niente,
assiste, per così dire,
senza che il suo assistere diventi testimonianza:
e ignora, soprattutto, le bombe e il lupo.

Sotto al ponte il ragazzo della canna
ribadisce la sua tesi che l’heavy metal
è l’unica vera rivoluzione e il marxismo
è roba morta e sepolta
ed ha quel suo sorriso malizioso
che l’altro un po’ gli invidia,
indeciso se dirlo borghese o proletario
al di qua o al di lĂ  della barricata:
non si preoccupa delle bombe, né del lupo.

Sotto al ponte ci son tre bombe
la deriva del tempo ha fatto il suo lavoro

Sotto al ponte ci son tre bombe
e una chitarra con le corde spezzate
che un lupo custodisce come un cucciolo.

Usciamo fuori dalla tribĂą,
amore mio che m’inesisti accanto.


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