Disclaimer: alcune immagini possono urtare la sensibilitĂ del lettore.
Il paesaggio, adesso, era solenne e grandioso nella sua uniformitĂ ; ci trovavamo ai piedi della Montagna di FerroâŚâ
Nel momento in cui leggo questo passo â tratto da Lâaltra parte di Alfred Kubin â la mia mente ricostruisce il paesaggio descritto. Come è un paesaggio solenne e grandioso? Come immaginare la sua uniformitĂ ? Come sarĂ questa Montagna di Ferro? La mente opera questa operazione ermeneutica in tempi estremamente rapidi, se la lettura devâessere scorrevole e dunque piacevole. Ma in che modo compie questa operazione? Da dove trae le immagini? Abbiamo un set di immagini, piĂš o meno vaghe, che possono servirci a rendere lâidea di un paesaggio solenne o di una montagna di ferro. Ma mano che lâautore ci fornisce degli input, la nostra mente funziona come un interprete iconico, che trasforma con eccezionale rapiditĂ le parole in immagini. Ma per farlo deve attingere ad informazioni che vanno oltre la mente stessa. Ogni lettore immaginerĂ in modo personale quel paesaggio solenne e grandioso, eppure tutti i lettori attingeranno a un immaginario comune, che può essere piĂš o meno ampio a seconda della vastitĂ dellâesperienza del lettore.
Immaginiamo ora di poter essere noi stessi a fornire input a una mente esterna; di poter, cioè, dettare un testo ad una intelligenza artificiale che trasforma quello che diciamo in immagini, attingendo a un vastissimo repertorio di immagini. Ă quello che accade con Midjourney, che si presenta come âa new research lab focused on new mediums and tools for empowering peopleâ. Al momento il software, in versione beta, può essere provato ad invito, ma si tratta di una tecnologia che senza alcun dubbio sarĂ presto disponibile per tutti e che con grande probabilitĂ cambierĂ il nostro modo di concepire lâarte (e non solo).
Nei miei primi tentativi con Midjoruney - occorre inserire del testo dopo /imagine - ho provato a descrivere una scena semplice. Ad esempio un uomo che cammina di notte in una qualsiasi cittĂ italiana.

Ho provato poi ad aggiungere elementi fantastici, per creare situazioni inusuali. Con risultati affascinanti.


Quindi sono passato dalle immagini ai concetti. In che modo lâintelligenza artificiale avrebbe interpretato per me la morte di Dio?


E poi concetti ancora piĂš astratti. Come la differenza ontologica.

O il concetto buddhista di vuoto.


Midjourney interpreta le immagini in base ad input che possono contenere anche particolari stilistici. Ă possibile chiedere allâIA di raffigurare la Montagna di Ferro descritta da Kubin, per confrontarla con quella che abbiamo immaginato noi leggendo il romanzo. Ma Kubin è stato anche e soprattutto un grande artista, ed ha accompagnato il suo romanzo con una serie di disegni che aiutano il lettore a raffigurarsi gli ambienti descritti. La stessa cosa può essere richiesta allâIA: si può chiedere di raffigurare una Montagna di Ferro nello stile di Alfred Kubin. Ma anche, se piace ibridare gli immaginari, nello stile di Shaun Tan o di Escher.
Le ricerche, mandate su un server comune, sono a disposizione di tutti (a meno che non si paghi per avere un accesso privato), e chiunque può intervenire per realizzare delle variazioni della stessa immagine. E questo pone la questione centrale: di chi sono le immagini create da Midjourney? Si può definire autore dellâopera chi fornito lâinput allâIA? Posso ritenermi autore delle opere inserite in questo articolo (altre sono sulla mia pagina su Deviantart)? E potrei ritenermi autore di unâopera che avessi creato modificando il testo di un altro utente di Midjourney? Verrebbe da rispondere di no, perchĂŠ è lâIA che ha fatto il lavoro. Ma, in fondo, il lavoro che lâIA compie a partire dal mio testo non è lo stesso che la mia intelligenza compie a partire dal testo di Kubin? Quando leggo un romanzo, la mia mente mette in scena lâopera, e senza questa messa in scena il romanzo non esisterebbe. Ma questo vuol dire che lâautore dellâopera è il lettore? A monte, ci si può chiedere se abbia ancora senso parlare di unâopera dâarte centrando lâattenzione sullâautore, e non sui processi da cui risulta, che sono inevitabilmente transpersonali - ed è in questo, forse, lâimportanza di unâopera dâarte.